PASSI FORESTIERI SU ANTICHE VIE

a1n18vie2Siena – Sono partite il primo luglio da Corte Sant’Andrea, un piccolo paese sul Po, storico passaggio della via Francigena, utilizzato nei secoli dai pellegrini per attraversare il fiume e scendere verso Roma. E in barca hanno passato il guado approdando a Piacenza. Stanno andando sulle orme degli antichi viandanti le attrici-cantanti del gruppo guidato dalla drammaturga Renata Molinari, che fino al 5 agosto condurrà il suo laboratorio teatrale itinerante, Passi – Camminare Incontrare Fermarsi.

Ospitato nel progetto “Per antiche vie” (curato da Eti, Crt e Teatro di Roma nell’ambito degli eventi per il Giubileo), questo viaggio dalla Lombardia a Roma, il cui titolo esprime già il senso di un lavoro di ricerca particolare e raro, prosegue sul filo dei precedenti laboratori di drammaturgia tenuti da Molinari dal 1989 e svolti, nel corso degli anni, in diversi contesti, ma sempre stanziali. In quest’anno giubilare, invece, l’incontro laboratoriale ha assunto la sua specificità nell’atto del “procedere” e non si compie solo nel contatto con la realtà ospitante, ma con le molteplici e impreviste realtà attraversate lungo il cammino. Tutto si svolge in una dimensione spazio-temporale straordinaria sul ritmo del “passo dopo passo” (con una media di quattro chilometri all’ora) per arrivare a Roma, che a Paola Bigatto – ideatrice del progetto insieme a Molinari – è apparsa la cosa più significativa per il Giubileo.

In questo andare per trentasei giorni, segnato da una sequenza precisa di soste per il lavoro, il gruppo talvolta si apre al pubblico, come è avvenuto ai margini di Siena, nella Basilica dell’Osservanza, dove lo abbiamo incontrato. Ma non si tratta di uno spettacolo – come anticipava Molinari nel colloquio che abbiamo avuto sul ritmo di questi Passi: camminando – piuttosto di un momento di comunicazione dell’esperienza vissuta fino a quel giorno. Una sorta di paletto – proprio come quei sentieri ritrovati della via Francigena dai gruppi di trekking – che segna il punto del procedere e che racconta il viaggio nello spazio fisico e in quello mentale e relazionale di ciascuna attrice.
a1n18vie3La tappa senese, inclusa come anticipazione del programma di Amiata festival – Toscana delle culture, prevedeva anche uno degli appuntamenti con gli ospiti del laboratorio (qui Dario Marconcini che ha “regalato” al gruppo il suo lavoro su san Paolo), inseriti tra i riferimenti fissi delle attrici, le quali ricevono un contributo per il loro viaggio. Così, dopo una “pesante” lettura delle pagine del Santo apostolo di Cristo, il gruppo (sette partecipanti alla tappa senese) ha preso posto di fronte al pubblico e Molinari ha introdotto la presentazione dei materiali di laboratorio raccolti, portando un repentino cambio di registro alla serata. Sorprende infatti il tono ironico e leggero che lega le “azioni letterarie” delle attrici, che taccuini alla mano raccontano con la parola cantata o recitata il camminare incontrare fermarsi svolto fino a quella sera. In un’ora esce fuori il processo di costruzione drammaturgica con i diversi linguaggi teatrali utilizzati.
Alla partenza ciascuna attrice ha avuto un tema preciso su cui lavorare, legato alla nuova condizione – quella dell’andare, del “pellegrinaggio” – che avrebbe vissuto. Quindi, di “forestiero” che necessariamente ha bisogno di relazionarsi con l’altro, lo sconosciuto, il diverso. Un fulcro tematico che appare di profonda e tragica attualità in questo momento storico, segnato da grandi e gravi flussi migratori verso un agognato quanto falso e rigettante paradiso occidentale. E che sollecita la riflessione sulla facilità di apparire-essere-sentirsi “forestiero”.
a1n18vie4L'”accoglienza” assume allora un valore drammaturgico, come “la porta”, l'”ospitalità” o “il pugno in faccia”, che le attrici ripresentano in piccoli quadri costruiti attraverso suggestioni raccolte sul Passo della Cisa o percorrendo la trafficata via Emilia. Nel procedere dell’esposizione tornano le domande di chi le incontra lungo il cammino: <<Chi siete? Dove andate?>>, <<cinque attrici, una drammaturga, una cantante. A Roma>> e possono sovrapporsi al Coro di Edipo. Sbucano fuori le mille difficoltà del loro essere viandanti, nonostante tutto il percorso sia stato stabilito dopo sopralluoghi preliminari, che tenessero conto dei segni di precedenti antichi passaggi.
Un canto passa di bocca in bocca trasformandosi nelle diverse sonorità regionali. Una ricorda la meraviglia di un luogo mai visto prima, andando in macchina, un’altra racconta di quella porta chiusa che a ben guardarla era invece una porta aperta su un prato.
“La paura” e la “trasformazione” si legano a questo viaggio, dove si scrive tutto, perché <<si teme di perdere la memoria>> – dice Molinari. Sono molte le sollecitazioni esterne, umane, naturali, artistiche che scorrono lungo la via Francigena. Per questo esiste anche un diario sul quale ogni giorno ciascuna attrice appunta una suggestione, un pensiero, una frase che diventa il distillato di un’esperienza, di un incontro.
E il viaggio continua nell’incognita del cammino. Prima di arrivare a Roma si apriranno ancora e ospiteranno anche Ermanna Montanari e Marco Martinelli, che andranno ad incontrarle, su quei Passi, con un loro spettacolo (a Sutri il 4 agosto).
Oltre a Paola Bigatto e Renata Molinari, partecipano ai Passi Franca Graziano, Maria Grazia Mandruzzato, Monica Nappo, Ambra D’Amico, Marie Bach, Angela Malfitano, Lorenza Zambon, Marinella Manicardi, Elena Musti.